Il Centro di riabilitazione a ciclo ambulatoriale di recupero e riabilitazione funzionale per l’età adulta ha sede a Pistoia in Via San Biagio 102.
Il Centro offre un ampio parcheggio e l’entrata è autonoma. Garantisce l’accesso e la completa fruibilità degli spazi da parte di tutti i possibili utenti con disabilità.
Telefono: 0573 991122
Web: www.fondazionemaic.it
E-mail: segreteria@fondazionemaic.it
Referente del servizio: dott.ssa Sibylle Widmann
s.widmann@fondazionemaic.it
MATTINA | POMERIGGIO | |
---|---|---|
LUNEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MARTEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MERCOLEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
GIOVEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
VENERDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 16:00 |
Medici e specialisti
Operatori
Le attività svolte presso il centro hanno luogo nei seguenti locali:
La sede dispone di attrezzature adeguate ai bisogni dell’utenza e alle diverse tipologie di attività:
Inoltre presso il centro è disponibile un kit per le emergenze comprensivo di defibrillatore semiautomatico.
Il servizio si rivolge a soggetti di età compresa tra i 3 e i 12 anni con un quadro clinico caratterizzato da una compromissione dell’interazione sociale, della comunicazione e presenza di modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati (in accordo ai criteri diagnostici del DSM-IV per la diagnosi di autismo).
L’accesso alle prestazioni di riabilitazione della Fondazione MAiC Onlus in convenzione, avviene dopo una prima visita effettuata dallo specialista dell’Azienda USL, attivato con richiesta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta, redatta su ricettario regionale, ed esclusivamente previa autorizzazione dello specialista dell’Azienda USL – Toscana Centro. Ottenuta l’autorizzazione il cittadino può rivolgersi alla segreteria del centro per prenotare la visita di ammissione ai servizi della Fondazione MAiC Onlus.
Per informazioni l’utente può rivolgersi agli uffici competenti dell’Asl di riferimento territoriale o alla segreteria del centro (tel. 0573/991122-23).
L’accesso alle prestazioni in regime privato avviene tramite prenotazione presso la Segreteria medica del centro.
Il tempo di attesa per l’accesso ai servizi in convenzione è di norma di una settimana dalla comunicazione della autorizzazione da parte dell’Azienda USL – Toscana Centro.
Per i servizi riabilitativi svolti in convenzione con l’Azienda USL – Toscana Centro, il servizio sanitario regionale corrisponde alla Fondazione una tariffa stabilita dalla normativa regionale per ciascuna prestazione resa. L’utente deve corrispondere, ove dovuto, la quota ricetta e il ticket sanitario alla Fondazione, che provvederà a trasferire le somme percepite all’Azienda USL – Toscana centro.
Per le prestazioni in regime privato, è disponibile un tariffario presso la segreteria.
Per ciascun inserimento viene compilata una Cartella clinica riabilitativa che contiene le seguenti schede:
È possibile richiedere copia della cartella clinica riabilitativa compilando uno specifico modulo indirizzato al Direttore Sanitario e disponibile presso la segreteria. La copia viene consegnata entro una settimana dalla richiesta.
Vengono dimessi i pazienti che hanno raggiunto un risultato ragionevolmente coerente con l’obiettivo riabilitativo identificato al momento dell’ammissione e, comunque, coloro che hanno raggiunto una buona stabilizzazione tale da permettere il migliore reinserimento familiare, sociale e scolastico. Le dimissioni avvengono previo colloquio con la famiglia dell’utente e possono essere:
La relazione di dimissione richiesta dall’assistito è indirizzata al pediatra di libera scelta o al medico di medicina generale ed è allegata in copia alla cartella clinica riabilitativa
L'intervento riabilitativo si articola in una serie di accessi quotidiani e programmati, di durata variabile, in rapporto alla tipologia del paziente.
Tali attività – effettuate con prestazioni ambulatoriali individuali ed in piccolo gruppo, domiciliari, extramurali - si propongono di attuare, perfezionare e raggiungere gli obiettivi delineati dall'équipe multidisciplinare in relazione all’età del bambino, ai sintomi, al profilo funzionale.
L’erogazione delle prestazioni avviene nell’ottica di raggiungere, nel settore dei disturbi della comunicazione, la massima integrazione di diversi strumenti educativi, abilitativi e di cura. Si tratta, pertanto, di un trattamento personalizzato, associato a interventi integrati a livello della famiglia e della scuola, tramite la presenza di un’équipe professionale multidisciplinare.
Il percorso assistenziale viene quinti diversificato sulla base dell’età del bambino e della gravità dei sintomi e del profilo funzionale. È infatti da tempo universalmente condivisa la necessità di differenziare i programmi di trattamento sulla base dei bisogni che sono caratteristici e peculiari per ogni fase di sviluppo, all’interno di una cornice comune che è quella dello sviluppo socio-emotivo, che vede il soggetto con disturbo autistico come portatore di affetti, aspirazioni, bisogni emotivi, che devono trovare un’adeguata attenzione nei trattamenti applicati.
In accordo anche alle conoscenze e alle ricerche fino ad oggi disponibili in ambito dei disturbi dello spettro autistico, si ritiene importante che il trattamento richieda necessariamente l’attivazione di una rete di interventi integrati e coordinati tra di loro che uniscono le competenze di più professionisti (neuropsichiatria, psicologo, riabilitatori, educatori). Alla base di questi interventi è centrale il lavoro con i genitori per attivare, sia nei contesti terapeutici sia in quello familiare, una relazione basata sulla reciprocità, sull’intenzionalità e su azioni condivise.
Alcuni elementi fondamentali nello sviluppo di un individuo, quali la sperimentazione di scambi intersoggettivi, sia di tipo primario che secondario, che spesso sono alterati nella relazione tra il bambino autistico e gli adulti di riferimento, devono essere attivati durante il trattamento per permettere il recupero delle competenze comunicative e sociali che sono acquisite nel corso degli scambi interattivi. Attraverso interventi strutturati che possono variare a seconda dell’età e delle competenze del soggetto si giunge alla creazione di percorsi individualizzati che integrino le diverse tecniche “scientificamente fondate” e che prevedono una continua verifica della loro efficacia e un monitoraggio dei risultati raggiunti.
L’intervento riabilitativo risulta essere differenziato a seconda dell’età dei soggetti.
Si individuano due fasce di età:
La presa in carico abilitativa-riabilitativa prevede una fase iniziale diagnostica e di valutazione del profilo funzionale (tramite somministrazione del test ADOS, scala PEP, valutazione cognitiva, valutazione logopedica ecc..), che evidenzi sia i punti di forza che le aree più deficitarie, al fine di instaurare un intervento globale, concordato con la famiglia, in cui si prevedono obiettivi a breve e medio-termine, monitorabili e verificabili periodicamente. Al tal fine, sarà utilizzata la scheda di valutazione del programma educativo per l’intervento precoce in bambini con autismo secondo l’Early Start Denver Model (Sally J. Rogers, 2010), eventualmente riadattata, in base agli obiettivi che si ritiene importante raggiungere, per i bambini più grandi.
In tale fascia di età si prevede un trattamento riabilitativo globale effettuato nell’ambito di un lavoro individuale con il terapista. Si prevedono, inoltre, per i bambini di 4-5 anni, anche momenti in cui i terapisti lavorano in comune con i bambini a costituire un piccolo gruppo. L’importanza di favorire un rapporto individuale con il terapista si basa sul presupposto che l’autismo, fin dai primi mesi di vita, è descrivibile come disturbo dell’intersoggettività primaria e secondaria (Trevarthen, 2001; Muratori, 2007). Tale disturbo intersoggettivo è espresso innanzitutto dalla riduzione dell’attenzione verso il volto umano e dalla povertà di interazioni faccia a faccia (contatto oculare, imitazione) per un deficit specifico qualitativo e quantitativo nel prestare attenzione agli stimoli sociali.
Senza un’attenzione focale al volto e verso le azioni compiute dall’altro anche l’imitazione risulta essere deficitaria: pertanto, in assenza di una adeguata capacità imitativa, non possono svilupparsi la ripetizione dell’azione cui segue poi un’altra azione, leggermente modificata, dell’adulto che permette di creare un circolo virtuoso che pone le basi per lo sviluppo dei comportamenti di anticipazione dello scopo dell’azione dell’altro. I bambini piccoli con autismo si mostrano al contrario significativamente più attratti dagli oggetti che dalle persone, se confrontati con bambini con sviluppo tipico. Questa eccessiva attenzione per gli oggetti non permette al bambino di ampliare la conoscenza degli oggetti attraverso le azioni di compartecipazione affettiva che conducono all’elaborazione di giochi condivisi. Infatti i bambini con sviluppo atipico presentano deficit anche nell’attenzione condivisa oltre deficit qualitativi nella comunicazione funzionale.
Il privilegiare in questa fascia di età un rapporto individuale con il terapista permette di favorire la ricostruzione di circuiti e di connessioni che permettono lo sviluppo delle competenze intersoggettive. Un programma d’intervento effettuato in un contesto relazionale ricco di interazioni dialogiche ed emotivamente marcate, studiato per fornire adeguati input sociali e intersoggettivi al bambino, risulta essere positivo nel permettere una maturazione delle competenze sociali. Oltre a favorire scambi di intersoggettività, il trattamento riabilitativo sarà rivolto a favorire le spinte comunicative del bambino, assecondando inizialmente i suoi interessi e richieste al fine di favorire uno scambio comunicativo e relazionale; in tal modo si creerà un contesto positivo di apprendimento che permetterà di sviluppare e favorire la maturazione di competenze sociali e comunicative. Altro elemento importante da considerare all’interno degli scambi bambino-operatore sarà rivolto a favorire l’emergere e il consolidare la capacità di attenzione condivisa, l’alternanza dei turni e la capacità imitativa.
Tutto ciò rappresenta il prerequisito allo sviluppo della capacità da parte del bambino di leggere e comprendere, in ordine crescente: primo, le emozioni; secondo, i desideri; terzo, le credenze. Una tale comprensione si pone, a sua volta, quale premessa per leggere e comprendere le intenzioni e motivazioni dei comportamenti dell’altro: ovvero il processo di cognizione sociale. Lavorare con i bambini sulla comprensione dei simboli e pertanto sulla capacità di padroneggiare i codici sociali (sguardo, mimica, postura, gesti suoni e parole) gli permettono di entrare in uno scambio comunicativo con l’altro.
I bambini con autismo presentano un deficit di comunicazione sia sul versante ricettivo che espressivo. Pertanto si prevede una valutazione delle abilità comunicative ricettive ed espressive e delle singole funzioni linguistiche al fine di delineare un profilo individuale a partire dal quale si può elaborare un piano di intervento specifico di tipo logopedico. Nel trattamento riabilitativo si prevede inoltre un lavoro sul potenziamento cognitivo e sui pre-requisiti scolastici.
La famiglia, come accennato sopra, si configura come uno spazio privilegiato per il conseguimento degli obiettivi considerati critici in questa particolare fascia di età.
La famiglia si pone, in una prima fase, come destinatario dell’intervento (lavorare sul disorientamento dei genitori che si verifica al momento della diagnosi), e in una seconda fase come protagonista attivo nella realizzazione del progetto terapeutico.
Per quanto riguarda la prima fase si prevedono incontri periodici con i genitori (con neuropsichiatra infantile, psicologo) al fine di permettere la gestione delle dinamiche emozionali complesse che investono in questa fase l’intero sistema famiglia.
Relativamente alla seconda fase si prevedono incontri con i genitori per concordare insieme il progetto riabilitativo e sedute periodiche in cui i genitori partecipano alle sedute di terapia essendo così loro stessi protagonisti con il bambino, con la mediazione dei terapisti. I dati di letteratura, infatti, sottolineano come la presa in carico del bambino insieme al sistema famiglia risulti uno degli obiettivi cardine, su cui muovere il trattamento riabilitativo, al fine di creare situazioni in cui il genitore possa sperimentare le modalità più idonee per promuovere e potenziare gli scambi comunicativi, e possa pertanto vivere un senso di adeguatezza relativamente alle sue capacità genitoriali.
Sulla base dell’approccio ecologico, si ritiene inoltre che possa essere utile trasferire il trattamento riabilitativo anche in ambito domestico, per cui si prevedono visite e interventi domiciliari da parte del terapista che segue il bambino, secondo un calendario variabile in accordo alle esigenze del caso. Nel contesto domiciliare il terapista potrà riportare i suggerimenti e gli accorgimenti messi in atto durante la terapia al centro, e adattarli in base al contesto e alle esigenze familiari.
Riteniamo importante che nel trattamento globale del bambino siano coinvolti anche gli operatori scolastici sia al fine di individuare obiettivi comuni su cui lavorare sia al fine di ottenere un confronto e una condivisione sulle capacità e sulle caratteristiche del bambino in ambiti diversi. L’ambiente scolastico permette di trasferire, in un contesto di incontro e confronto con i coetanei, il lavoro programmato per l’attenzione congiunta, la capacità di usare simboli, la comunicazione e la modulazione degli stati affettivi. Affinché tale spazio possa avere una valenza terapeutica riteniamo importante che ci sia un coinvolgimento degli insegnati nel progetto tramite incontri periodici con gli operatori del servizio.
In questa fascia d’età, si va caratterizzando in maniera più definita il profilo di ciascun bambino in termini di aspetti temperamentali, grado di compromissione relazionale, livello comunicativo, competenze cognitive, eventuale presenza di problemi di comorbidità.
In questa fascia di età il carattere del progetto oltre a mantenere finalità abilitative, prevede il promuovere competenze adattive, ovvero l’utilizzazione delle abilità per favorire l’adattamento del soggetto all’ambiente un cui vive. In particolare si lavorerà sempre in accordo con la famiglia e la scuola che diventano i contesti in cui possono essere favorite le esperienze di autonomia.
Il lavoro centrato sul bambino prevede come obiettivi il favorire le competenze comunicative e sociali, il favorire la comprensione degli stati emotivi proprie e altrui, il potenziare le capacità di problem-solving e gli apprendimenti scolastici. Ruolo centrale in tale età è quello relativo all’emergenza e potenziamento delle abilità di autonomia.
Con tali soggetti riteniamo opportuno promuovere le attività in piccolo gruppo al fine di favorire i momenti di interazione sociale. Con i ragazzi che presentano buone competenze cognitive il lavoro in piccolo gruppo permetterà anche di offrire occasione di scambio e condivisione di varie tematiche di natura sociale, personale (favorire una migliore identità e comprensione delle proprie peculiarità negli interessi e nei comportamenti relativamente ai coetanei con sviluppo tipico e alle regole sociali) e relativamente a tema della sessualità.
L’assistente sociale ha la funzione di raccordare l’intervento svolto sia in area clinica sia riabilitativa, con il progetto esistenziale complessivo della famiglia e con l’intervento dei Servizi Sociali territoriali.
L’attività del servizio sociale prevede:
Il Centro di riabilitazione a ciclo ambulatoriale di recupero e riabilitazione funzionale per l’età adulta ha sede a Pistoia (località Barile) in Via Bure Vecchia Nord, 115.
Il Centro offre un ampio parcheggio e l’entrata è autonoma. Garantisce l’accesso e la completa fruibilità degli spazi da parte di tutti i possibili utenti con disabilità.
Telefono: 0573 9911222-23 – fax: 0573 910077
Web: www.fondazionemaic.it
E-mail: segreteria@fondazionemaic.it
Referente del servizio: Dott.ssa Sibylle Widmann - s.widmann@fondazionemaic.it.
MATTINA | POMERIGGIO | |
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LUNEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MARTEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MERCOLEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
GIOVEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
VENERDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 16:00 |
Medici e specialisti
Operatori
Le attività svolte presso il centro hanno luogo nei seguenti locali:
La sede dispone di attrezzature adeguate ai bisogni dell’utenza e alle diverse tipologie di attività. Inoltre presso il centro è disponibile un kit per le emergenze comprensivo di defibrillatore semiautomatico.
L’invio dell’utente presso i servizi alle prestazioni di riabilitazione della Fondazione MAiC Onlus in convenzione avviene dopo una prima visita effettuata dallo specialista dell’Azienda USL-Toscana centro attivato con richiesta del medico di medicina generale, redatta su ricettario regionale, ed esclusivamente previa autorizzazione rilasciata dall’Azienda USL – Toscana centro.
Ottenuta l’autorizzazione il cittadino può rivolgersi alla segreteria medica del centro per prenotare la visita di ammissione ai servizi della Fondazione MAiC Onlus (0573/991122-23).
Per informazioni l’utente può rivolgersi agli uffici competenti dell’Azienda USL – Toscana centro o alla segreteria medica del centro.
Il tempo di attesa per l’accesso ai servizi in convenzione è, di norma, di circa una settimana dalla comunicazione della autorizzazione da parte dei competenti uffici della Azienda USL – Toscana centro.
Per i servizi riabilitativi svolti in convenzione con l’Azienda USL – Toscana Centro, il servizio sanitario regionale corrisponde alla Fondazione una tariffa stabilita dalla normativa regionale per ciascuna prestazione resa. L’utente deve corrispondere, ove dovuto, la quota ricetta e il ticket sanitario alla Fondazione, che provvederà a trasferire le somme percepite all’Azienda USL – Toscana centro.
Per le prestazioni in regime privato, è disponibile un tariffario presso la segreteria.
Per ciascun inserimento viene compilata una Cartella clinica riabilitativa che contiene le seguenti schede:
È possibile richiedere copia della cartella clinica riabilitativa compilando uno specifico modulo indirizzato al Direttore Sanitario e disponibile presso la segreteria. La copia viene consegnata entro una settimana dalla richiesta.
Vengono dimessi i pazienti che hanno raggiunto un risultato ragionevolmente coerente con l’obiettivo riabilitativo identificato al momento dell’ammissione e, comunque, coloro per i quali il progetto predisposto dall’Azienda USL – Toscana centro risulti terminato.
Le dimissioni avvengono previo colloquio con l’utente e possono essere:
La relazione di dimissione richiesta dall’assistito è al medico di medicina generale ed è allegata in copia alla cartella clinica riabilitativa.
L’attività del Centro è caratterizzata da interventi di tipo riabilitativo, effettuati in regime ambulatoriale o domiciliare, rivolti a pazienti con disabilità di tipo neurologico, ortopedico, traumatologico, reumatologico, respiratorio.
I pazienti ai quali è rivolto il servizio sono portatori delle seguenti patologie:
Presso il centro si svolgono le seguenti attività riabilitative:
Durante l’erogazione del servizio di riabilitazione si prevedono:
La attività ambulatoriale di fisioterapia individuale prevede l’attuazione di differenti tecniche, attività e metodiche a secondo della patologia e della tipologia del paziente:
L'intervento riabilitativo si articola in una serie di trattamenti ambulatoriali programmati, di un’ora ciascuno, per un periodo variabile e con diversa frequenza settimanale in rapporto alla patologia.
Oltre all’attività ambulatoriale individuale di fisiochinesiterapia, viene erogata attività motoria in piccolo gruppo (della durata di 1 ora e con rapporto di un fisioterapista e massimo sei pazienti).